Le amministrative si terranno il 25 e 26 maggio e sarà election day con i 5 referendum ma al turno del ballottaggio dell’8 e 9 giugno. La scelta è arrivata nel Consiglio dei ministri che ha varato il decreto elezioni che, secondo le prime indiscrezioni, conterrebbe anche misure per il voto dei fuori sede.
La data estiva a scuole chiuse, però, non piace ai referendari che protestano in un flash mob davanti a Palazzo Chigi al termine della riunione del governo.
“E’ la dimostrazione – accusa il segretario di +Europa Riccardo Magi – di tutta la paura che l’esecutivo ha del voto degli italiani perché la scelta è quella più sfavorevole alla partecipazione”.
“La scelta dell’8 e 9 giugno – accusa anche Angelo Bonelli di Avs – e non con il primo turno delle comunali dimostra come la destra abbia paura del voto. Quella del governo è una forma di sabotaggio della democrazia”. E’ una data che “certifica la paura del governo”, anche per il Dem Arturo Scotto che chiama a una risposta “forte, popolare e partecipata” perché i quesiti “possono cambiare la vita di milioni di persone”.
L’accorpamento con i ballottaggi – ragionano però dal governo – è legata alla salvaguardia dell’attività didattica visto che molte scuole sono anche seggio elettorale. In ogni caso, osserva il ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti, “penso che l’affluenza sia in relazione ai quesiti e non al giorno. I temi importanti si affrontano sempre al di là delle date”. Parole che Magi rinvia al mittente. “Non so dove il ministro Foti abbia vissuto – accusa – ed è anche un politico di lunga esperienza. Ma storicamente i referendum nel nostro Paese sono stati ‘fregati’ esattamente con la scelta estiva, al termine dell’anno scolastico quando c’è una maggiore mobilità delle famiglie. Questa è la storia di questo Paese”. Intanto, data alla mano, i referendari si rimboccano le maniche.
E puntano a ottenere una adeguata copertura informativa sui quesiti riguardanti la cittadinanza e il lavoro. “Abbiamo poco più di ottanta giorni per rompere il muro del silenzio”, sottolinea Magi ricordando che lunedì ci sarà un incontro con l’amministratore delegato della Rai proprio su questi temi. La Vigilanza dovrà approvare un regolamento sugli spazi tv durante la campagna referendaria ma, sottolinea il segretario di +Europa, “c’è una situazione di paralisi per responsabilità della maggioranza, vedremo che succede”. Per i comitati arriva, ad ogni modo, una buona notizia almeno sul fronte del voto dei fuori sede. Il governo, stando alle indiscrezioni sulla bozza del decreto approvato, starebbe, infatti, predisponendo norme per il voto dei fuori sede sia studenti che lavoratori. “Se così fosse – sottolinea Magi – sarebbe un importante passo avanti”.