DJ morto ad Ibiza, il padre: “E’ stato legato e picchiato”. La Polizia: “Sotto effetto di stupefacenti. Arresto cardiaco dopo una festa”

“Io e la mia famiglia non siamo alla ricerca di una vendetta o di colpevoli, siamo alla ricerca di giustizia”: a parlare, al Tg1, è Giuseppe Noschese, medico e papà di Michele Noschese, il dj 35enne, deceduto venerdì scorso a Ibiza, secondo la polizia spagnola a causa di un arresto cardiaco dopo essersi sentito male, per i suoi amici a causa delle percosse subite.

“E’ arrivata la polizia, mi è stato riferito, – continua Giuseppe Noschese – che ha fatto uscire tutti, è rimasta sola con mio figlio che è stato legato mani e piedi”. “Sembrerebbe che sia stato malmenato in maniera particolarmente energica”, dice ancora il padre del dj. Ieri è stata eseguita l’autopsia e la famiglia Noschese, assistita dall’avvocato Paola Filippelli ha nominato un proprio consulente di parte.

La morte di Noschese è avvenuta all’alba del 19 luglio scorso ed è stata comunicata al padre “telefonicamente da alcuni amici di mio figlio. Mi sono precipitato e sono arrivato la sera del 19”, ha dichiarato Giuseppe Noschese in esclusiva alla Tgr. “Mi dicono – ha aggiunto – che stavano facendo una riunione tra amici, suonavano, bevevano qualcosa, mangiavano. Ci sono stati po’ di schiamazzi ed è stata chiamata la polizia. Mi hanno riferito che gli agenti hanno fatto uscire tutti e sono rimasti soli con mio figlio che, da quello che mi hanno detto, è stato legato mani e piedi, messo in una condizione di sottomissione e sembrerebbe che sia stato malmenato in maniera particolarmente energica, al punto tale che non è stato nemmeno necessario un trasferimento in ospedale ma direttamente all’obitorio”.

“Attualmente – prosegue Noschese – le indagini sono in corso, la Farnesina con la sua rappresentanza consolare di Barcellona, ci è stata tanto vicina in questa occasione, ha agevolato moltissimo tutta la parte burocratica e nel pomeriggio è previsto l’arrivo qui ad Ibiza del nostro console generale a Barcellona per seguire da vicino la vicenda. Ieri mattina si è tenuta l’autopsia, devo dire abbastanza frettolosamente, il nostro perito di parte è arrivato stamattina e probabilmente chiederà un’integrazione diagnostica a ciò che l’autopsia ha messo in evidenza ieri. Siamo speranzosi in un risultato che dia giustizia a mio figlio; né io ne la mia famiglia siamo alla ricerca di una vendetta o di colpevoli, vogliamo solo capire l’accaduto come si è manifestato e come mai mio figlio, che godeva di ottima salute, è così tragicamente morto. Chiediamo una spiegazione plausibile. Dopodichè terremo il cuore un po’ più in pace di come ce l’abbiamo attualmente”.

Fonte:Ansa.it