Sono ormai diventate virali le immagini della Gioconda, imbrattata di panna, a causa dell’attacco da parte di un giovane che con una parrucca in testa e fingendosi disabile, ha lanciato una torta contro il vetro che protegge il capolavoro di Leonardo.
I motivi di tale attacco non sono ancora noti anche se il giovane ha gridato che bisogna “salvare il pianeta” prima di essere accompagnato fuori dalla sicurezza.
Le immagini hanno fatto il giro del web richiamando l’attenzione di molti, indignati, di un simile gesto anche se la Gioconda nel corso dei secoli, ha subito diversi attacchi ed è sempre stata un bersaglio per chi punta a colpire proprio nel centro del cuore dei francesi.
Facendo un salto nel tempo, ricordiamo quella volta, quando nel 1911 fu proprio un italiano Vincenzo Pietro Peruggia a derubarla ai francesi per portarla “in patria” in Italia, proprio dove il dipinto fu commissionato e realizzato da Leonardo Da Vinci intorno al 1503-1504.
Quella mattina del 21 Agosto 1911, il giovane imbianchino lombardo, Vincendo Peruggia commise il furto più famoso del ‘900 estraendo il quadro dalla teca e portandolo via. I sospetti caddero addirittura anche su Apollinaire e Picasso per aver sempre palesato la voglia di svuotare i musei e di riempirli con i loro dipinti, ma si trattava di semplice fanatismo d’artista.
Peruggia affermò di aver realizzato il furto per patriottismo, in nome dello Stato Italiano, con l’assurda idea di restituire all’Italia quel dipinto tanto famoso che pensava fosse stato rubato da Napoleone.
Il giovane italiano fu così condannato ad un anno e mezzo di prigione ma la sua ingenuità destò simpatia nel pubblico che avrebbe voluto per lui una pena più indulgente.
Ricordare oggi il furto della Gioconda, di quel lontano 1911, ci fa realizzare come le opere d’arte trascinano dietro di sé una storia, che pesa, ancora oggi, nelle nostre società; spingendo a commettere gesti e atti nel nome di una ragione sociale, politica, o semplicemente per attirare l’attenzione.