Eduardo De Crescenzo con il suo nuovo progetto “Avvenne a Napoli” rielaborato nel cd, appena pubblicato da La Nave di Teseo, insieme al libro, si fa portavoce di una ricerca minuziosa alla riscoperta filologica dei testi originali della vera musica napoletana, che nel corso dei secoli, è stata indubbiamente snaturata nella sua essenza originale e assorbita così dal folklore partenopeo.
Si cala nei testi originali, di cui non esisteva neppure una versione registrata, li studia, cerca di ricostruire la forma originale; senza storture, senza fraintendere o tradire quei brani che dall’800 in poi hanno generato una vera e propria rivoluzione culturale. De Crescenzo parla di un “restauro gentile” ed è propria questa l’operazione che compie, come un archeologo, recupera un patrimonio prezioso, soprattutto, per i grandi classici della musica napoletana. Un percorso a ritroso dunque, ma necessario, che scende nelle radici della melodia perduta e che purtroppo oggi, soprattutto tra i giovani, pare in via di estinzione.
De Crescenzo rilancia anche un tour assieme a Julian Oliver Mazzariello, in cui hanno debuttato al Mercadante lo scorso 6 giugno, ed è stato un vero successo tra applausi che hanno accolto con entusiasmo brano dopo brano; come “Fenesta vascia”, “Luna rossa” scritta da suo zio Vincenzo De Crescenzo, che fu interpretata persino da Frank Sinatra ed Ella Fitzgerald (curioso scoprire che anche Bob Dylan, nella sua trasmissione radiofonica, trasmetteva questo pezzo); I’ te vurria vasà, Santa Lucia luntana, Voce e’ notte, Marechiare.
«Ho sentito l’esigenza di tornare alle origini» ha detto De Crescenzo che ha privilegiato l’età d’oro, quella dei Di Giacomo e Bovio, dei Tosti e Costa. In un mondo in cui andrebbero tutelati e ricordati, per la genialità, e per aver avuto un ruolo predominante nella storia della nostra cultura.