“In trent’anni l’Ente Parco Nazionale del Vesuvio ha emesso 2.500 ordinanze di demolizioni, ne sono state eseguite più di cento con soldi anticipati dall’Ente e abbiamo potuto constatare che, almeno il 50%, sono autodemolizioni. Quindi, significa che le persone che hanno costruito abusivamente, a un certo punto, hanno anche acquisito la consapevolezza e la coscienza di autodemolire e questo ha ridotto i disagi delle demolizioni forzate, i costi per la burocrazia, ma anche gli strascichi sociali”. Così il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca al corso di formazione per giornalisti nella sede al Palazzo Mediceo, un bene confiscato alla camorra oggi sede dell’Ente Parco e meta di scolaresche. Dati significativi diffusi alla vigilia del compleanno dell’Ente Parco, istituito il 5 giugno 1995 proprio per tutelare e valorizzare uno dei vulcani più famosi al mondo.
“Un dato certo e significativo – ha sottolineato De Luca – è che le demolizioni si fanno e il fenomeno è stato ridotto del 90 per cento, almeno questi sono i dati da una certa epoca storica in poi, ma va frenato del tutto nelle aree protette e in tutta la zona rossa”.
Tredici i Comuni interessati dai confini del Parco, una zona fortemente antropizzata che necessita di essere tutelata con regole rigide, soprattutto sul triste fenomeno delle discariche abusive e degli incendi. Fronti caldi sui quali l’Ente Parco aiuta i sindaci competenti per zona: “Abbiamo installato nei punti cruciali di tutta la perimetrazione dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio 62 telecamere con 38 postazioni che sono sotto il controllo dei nostri Carabinieri del Parco – spiega – Quest’anno abbiamo rimpinguato nel nostro bilancio ulteriori somme per installare altre 10 postazioni con il sistema di videosorveglianza”.
Tra i punti cardine c’è il lavoro di apertura alle scuole. Un lavoro mirato per far comprendere che lo sviluppo del territorio si basa su due pilastri fondamentali: agricoltura (“dà prodotti di eccellenza famosi in tutto il mondo: i nostri vini, il pomodorino del piennolo”) e il turismo sostenibile (“sul Cratere registriamo 3mila presenze al giorno di cui il 90% è costituito da stranieri”). Sul punto il presidente sottolinea: “Abbiamo un numero chiuso, ingressi contingentati. Altrimenti potremmo ricevere 10mila persone al giorno!” E allora, qual è la politica di valorizzazione del territorio? “E’ far arrivare i turisti in tutte le zone, non solamente al Cratere: abbiamo aperto 11 sentieri, una straordinaria rete sentieristica che manutentiamo ogni anno“. “Il Vesuvio è la storia: lo dobbiamo tutelare perché oggi tutelare l’area protetta, tutelare l’ambiente e la biodiversità non significa limitare: più si tutela, più si sviluppa il territorio in maniera sostenibile” ha concluso nel suo intervento “Io dico sempre agli studenti universitari che studiano la bellezza del paesaggio, di fare una visita al tramonto: in quel momento capiranno e toccheranno con mano cosa significa questa bellezza”.
Fonte: Ansa.it