Cercola (Na) – Ieri pomeriggio – 5 ottobre 2023 – si è consumata una delle pagine più buie per le democratiche istituzioni municipali di Cercola. Il neo presidente del consiglio comunale Giorgio Esposito ha celebrato il consiglio comunale in seconda convocazione dopo che lo stesso il giorno prima dichiarò che la seduta, in prima convocazione era sciolta, perchè 8 consiglieri comunali , adottando una strategia di lotta politica per dimostrare alla maggioranza ed alla città la mancanza dei numeri per governare e deliberare , abbandonarono l’aula consiliare facendo venir meno il numero legale per procedere alle deliberazioni e non alla nullità della seduta consiliare: il regolamento di funzionamento del consiglio comunale è chiaro, è nulla la convocazione se all’appello della prima non si presentano almeno 9 consiglieri comunali (50% più 1) non computando il sindaco, mentre in seconda convocazione ne bastano sei. Il presidente consiliare Giorgio Esposito avrebbe dovuto riconvocare il consiglio comunale in prima convocazione in quanto lo stesso nella seduta consiliare di prima convocazione del giorno prima – 4 ottobre 2023 – prima la dichiarò valida e poi la sciolse perchè è semplicemente mancato il numero legale per le deliberazioni, non sarebbe stata intaccata la validità della seduta. Tale dispositivo – art. 22 del regolamento di funzionamento del consiglio comunale di Cercola (numero legale per le deliberazioni) – è stato introdotto dai legislatori comunali cercolesi al fine di garantire una maggioranza stabile, figlia anche della legge elettorale maggioritaria volta a stabilizzare i governi municipali rispetto ai tempi della Prima Repubblica dove i governi venivano cambiati ogni cinque o sei mesi in quanto non erano mai state introdotte le quote maggioritarie a garanzia delle stabilità degli stessi esecutivi comunali. Per completezza d’informazione la seduta si è tenuta con i soli consiglieri di maggioranza ed il sindaco Rossi. Assenti, insieme all’opposizione , guidata dall’ex sindaco Vincenzo Fiengo, anche Salvatore Grillo, capogruppo di Liberi e Forti, e Angelo Visone del Movimento Cinque Stelle, questi ultimi due ormai ex della Coalizione Arlecchina.
LA BRAMOSIA DI POTERE DI GIORIO ESPOSITO PRENDE IL SOPRAVVENTO RISPETTO ALL’INCUBO DI ANDARE A CASA CON IL SINDACO ROSSI? Giorgio Esposito ha tentato di nascondere la sua bramosia di potere, mai sopita, sfoderando un parere ministeriale, ‘consigliato’ dal supporto tecnico consiliare che, però, non sarebbe contestualizzato e tantomeno previsto nelle fattispecie concrete indicate nel regolamento di funzionamento del consiglio comunale di Cercola: il Ministero dell’ Interno in ogni parere espresso comunica con forza ed a tutti gli amministratori locali la sacralità costituzionale dell’autonomia degli enti locali che si concretizza nella piena potestà regolamentare e statutaria adottata per il funzionamento dei propri organi, in questo caso del consiglio comunale. Giorgio Esposito, durante la seduta consiliare di seconda convocazione, ha sostenuto che è stato convinto da un parere – consigliato dal supporto tecnico consiliare – per celebrare tale adunata consiliare. Il parere di riferimento è quello del 13 maggio 2009 dal Dait (Dipartimento per gli affari istituzionali territoriali). Tale parere ministeriale citato è stato richiesto da un consigliere di un comune italiano, il quale dubitava sulla regolarità e validità della seduta rinviata alla seconda convocazione degli argomenti non trattati nella prima perchè venne meno il numero legale per l’abbandono dei consiglieri comunali, come il caso avvenuto a Cercola, durante lo svolgimento della seduta, poi dichiarata deserta dal sindaco di quel comune. Sarà pur vero che la dinamica è la stessa, relativamente all’abbandono dei consiglio comunale durante la seduta dei consiglieri e il venir meno del numero legale, ma rispetto al comune di Cercola, il comune interessato dal parere del Dait, aveva come disposizione regolamentare disciplinata proprio questa casistica, mentre a Cercola , ossia il regolamento disciplina la nullità della seduta nel caso non intervengono all’appello di prima, ma anche di seconda convocazione, il numero di consigliere comunali previsti dalle normative nazionali per deliberare, ossia 50%1 alla prima, e almeno un terzo dei consiglieri alla seconda. Mentre il comune interessato dal parere aveva disciplinato espressamente il caso del rinvio dei punti non trattati nella prima convocazione alla seconda, in quel di Cercola tale casistica non è regolamentata, ed in ottica della sacralità dell’autonomia regolamentare per il funzionamento del consiglio comunale non sarebbe ipotizzabile contestualizzare la fattispecie del parere: si necessitava di un’espressa previsione regolamentare nello strumento regolatorio del funzionamento del consiglio comunale di Cercola. Inoltre, il consiglio tecnico dell’organo di supporto consiliare non è stato formalizzato prima del consiglio comunale, tantomeno il presidente del consiglio comunale, ”bastonando’ le sue prerogative di rappresentare l’intero consiglio comunale ovvero tutti i consiglieri comunali, non ha comunicato un bel nulla ai consiglieri di minoranza calpestando il valore non negoziabile dell’imparzialità nell’azione amministrativa della seconda carica istituzionale al comune: la presidenza del consiglio comunale. Perchè Giorgio Esposito non ha convocato d’urgenza una conferenza dei capigruppo, in modo rapido, tanto da condividere questa decisione con tutti i consiglieri comunali, anche quelli di opposizione? Un’altra stranezza che colpisce il modus operandi della presidenza consiliare è riferita al fatto che negli ultimi venti anni di consiliatura cercolese ci son decine di casi, se non centinaia, di scioglimenti della seduta consiliare per mancanza del numero legale per abbandono dei consiglieri e mai si è andata subito alla seconda convocazione per deliberare sui punti non votati e discussi in quella seduta: si è sempre riconvocata la prima. Anche la prassi consiliare cercolese critica in modo forte l’atteggiamento autoritario di Esposito. Di cosa parliamo? E come dice un vecchio adagio nato tra la Pignasecca di Napoli e via Montenapoleane a Milano, “guagliò, ma tutt’appost?”
Ecco lo stralcio del parere del Dait del 13 maggio 2009: “Passando al successivo rilievo, relativo alla decisione di rinviare in seconda convocazione i tre punti dell’ordine del giorno non trattati nel corso della prima seduta, occorre far riferimento alla procedura di cui al comma 4 dell’art. 26. Tale norma nel disciplinare le modalità di convocazione, nonché il numero legale per la validità delle adunanze, contempla anche gli effetti della temporanea assenza dei consiglieri nel corso dell’adunanza. In tal caso il sindaco, verificato il numero legale, può disporre la sospensione della seduta, e successivamente dichiarare la seduta deserta ‘per gli argomenti a quel momento rimasti da trattare’, laddove, nonostante il richiamo in aula dei consiglieri momentaneamente assentatisi, si sia verificato che il numero dei presenti sia inferiore a quello necessario.
Da dette disposizioni discende che, sussistendo le circostanze ivi indicate, sia possibile disporre il rinvio alla seconda convocazione per la trattazione dei punti non esaminati e discussi sui quali l’adunanza è andata deserta, laddove sugli altri argomenti posti all’ordine del giorno sia intervenuta la votazione da parte del consiglio validamente composto per rendere legale l’adunanza medesima.“ Si fa riferimento in quest’ultimo capoverso del parere ad una fattispecie regolamentata nello strumento del comune italiano interessato al parere del Dait. Perchè Esposito, ribadiamo navigato amministratore locale ha urtato gli equilibri istituzionali e democratici al Municipio? Forse perchè se non fossero stati approvati gli atti propedeutici al bilancio di previsione, essendo già in diffida dalla Prefettura, per i ritardi della maggioranza, andava a casa’ con il sindaco Rossi?
CONSIGLIERI COMUNALI ASSENTI AL CONSIGLIO DI PRIMA CONVOCAZIONE ‘INVITATI’ , VIA PEC, A 45 MINUTI DALL’APERTURA DELLA SEDUTA DI SECONDA CONVOCAZIONE! Un’altra stranezza procedimentale determinata dal presidente del consiglio comunale Giorgio Esposito riguarda l’invito ai consiglieri di minoranza usciti prima dall’aula il 4 ottobre, a partecipare al consiglio comunale delle 15,15. Invito inviato a mezzo PEC ed alle 14,30, la seduta si apriva alle 15,15 : quindi, 45 minuti prima dell’apertura del consiglio comunale in seconda convocazione. Non si riesce a comprendere il perchè di questo ‘invito’ in quanto Giorgio Esposito non ha adottato il suggerimento del supporto tecnico consiliare ritenendo presenti i consiglieri comunali , anche se assenti nei punti non trattati in prima convocazione, ovvero tutti, perchè erano presenti all’appello della prima convocazione. Che strani fatti.
SUPERATA LA NOTIFICA CARTACERA A DOMICILIO A CERCOLA, MA A ROMA LA CONFERMANO NEL 2020. GIORGIO ESPOSITO NON NE SBAGLIA UNA! Un’ altra perla regalata alle istituzioni cittadine dal neo presidente del consiglio comunale Giorgio Esposito è relativa al fatto del superamento , ma nei fatti a singhiozzo, della notifica a domicilio ai consiglieri eletti della convocazione al consiglio comunale effettuato dal messo comunale , come disposto dal regolamento di funzionamento del consiglio comunale di Cercola. Tale atteggiamento di Esposito è stato espresso, figlio di un consiglio dall’organo di supporto tecnico al consiglio comunale, infatti, durante la seduta consiliare del 4 ottobre, dove si palesava il superamento delle notifiche cartacee da parte del CAD (Codice Amministrativo Digitale). Però, poi, la notifica ai consiglieri comunali della convocazione del bilancio di previsione del 12 ottobre prossimo, allegata anche la diffida della Prefettura ( Prefetto concede venti giorni di tempo per tenere il consiglio comunale dalla notifica all’ultimo consigliere comunale) Noi di TuttoVesuvio, semplici cronisti di frontiera, abbia notato in un ‘minuscolo e sperduto’ comune del Centro Italia, tale Comune di Roma, che nel proprio regolamento di funzionamento del consiglio comunale abbia introdotto il ricorso alla PEC, ma anche alla notifica cartacea effettuata attraverso notifica dal messo comunale ed addirittura il ricorso al vetusto fax. Lo strumento capitolino è stato approvato nel 2020, le ultime modifiche al CAD risalirebbero al 2012. come è possibile tutto questo?