Cercola. Cedole librarie,  esclusi i non residenti.  Il governo Rossi ancora pasticcione e confuso: appena un anno fa il comune finanziò  i libri ai non residenti

Cercola (Na) – “…Mentre, per le cedole librarie della primaria, bisogna fare richiesta al comune di residenza, come prevede la normativa nazionale….” Ecco quanto scrive ad una cittadina Antonio Vastarelli – da luglio scorso portavoce del sindaco Biagio Rossi – in un commento sulla pagina facebook della stessa fascia tricolore cercolese. Nonostante i contribuenti pagano i servizi di un’agenzia di comunicazione , due responsabili delle relazioni esterne nello staff del sindaco ed un portavoce ci siamo dovuti sforzare nel cercare nel sottobosco dei commenti social la posizione ufficiale del sindaco e della sua Giunta rispetto alle legittime richieste di chiarimenti dei genitori degli alunni delle primarie e non residenti, ma frequentanti le scuole di Cercola, che per la prima volta si sono trovati a fronteggiare una novità rispetto agli anni precedenti sul fronte dell’erogazione delle cedole primarie. Dai nove anni dell’amministrazione dell’ex sindaco Vincenzo Fiengo a questa guidata dal sindaco Rossi si è adottata la scelta di liquidare con soldi comunali le cedole librarie anche ai non residenti. Oggi il comune fa dietrofront.

In pratica, il neofunzionario del servizio pubblica istruzione Sara Sicignano ha deciso di applicare la normativa vigente, derivante dagli obblighi del d.lgs 297/94, che dispone la spesa a carico dei comuni di residenza per la liquidazione delle cedole librarie da consegnare agli alunni delle scuole primarie per l’inizio dell’anno scolastico 2024/2025. Appena un anno fa in verità, l’assessore alla pubblica istruzione Caterina Manzo e il sindaco Biagio Rossi ‘scelsero’ di finanziare, in continuità con l’amministrazione Fiengo, di quest’ultima gli stessi Manzo e Rossi ne hanno fatto parte attiva, le librerie che hanno erogato i libri delle scuole primaria anche per i libri di testo usufruiti dai non residenti. Noi di TuttoVesuvio, come evidenziato in articoli precedentemente pubblicati, abbiamo posto l’accento sulla regolarità di questa assunzione di spesa aggiuntiva per i non residenti e ci chiediamo: dato che il 40% della popolazione scolastica a Cercola arriva dai comuni confinanti le amministrazioni Fiengo prima, quella di Rossi limitatamente all’anno scorso, se hanno mai chiesto il rimborso della spesa effettuata ai comuni di residenza degli alunni? O si prospetta una presunta ipotesi di danno erariale permanente? Oggi, invece, il comune di Cercola come tutti i municipi, hanno sostituito il cartaceo per le richieste dei cittadini con il sistema digitale che , comunque, non consente la generazione della cedola libraria se non indichi la residenza cercolese nella richiesta da inoltrare , attraverso SPID e simili , alla piattaforma in servizio al comune.

Pasticciona, grossolana e confusa è risultata essere la comunicazione ai cittadini delle criticità relativa a questa vicenda che sta animando il dibattito in città dal 20 agosto scorso. Le casse comunali ‘piangono’ per l’erogazione dei fondi a non residenti e mai rimborsati dai comuni di residenza, almeno non ci risultano azioni del governo comunale attuale, relativamente all’anno scorso , o dei governi Fiengo, volte al recupero della spesa relativa alle cedole librarie per gli alunni di altri comuni. Invece, in questa vicenda controversa ne hanno beneficiato le librerie di Cercola aggiudicandosi buoni guadagni annuali in quanto generando le cedole librarie, attraverso il cartaceo del passato anche per gli scolari non residenti, si è imposto di spenderlo nelle librerie locali, mentre oggi con il digitale non risulterebbe possibile. Però, di certo, sono stati sacrificati fondi per altri servizi da erogare ai contribuenti – cercolesi sul cui capo pendono le criticità delle casse comunali.

Nell’analisi delle azioni messe in campo dal funzionario Sara Sicignano non si comprende la motivazione per la quale non si è imposto il trasferimento al comune da parte degli istituti scolastici dei dati degli alunni frequentanti le scuole cittadine, come risulta realtà in altri comuni, invece, di ‘affaticare’ inutilmente ogni cittadino spingendolo ad utilizzare, a volte con grande difficoltà, le piattaforme digitali? Lo zampino del favore politico che rimbalza tra le istituzioni si alimenta ancora?