Cercola (Na) – L’ex vicesindaco Vincenzo Barone, oggi consigliere comunale di opposizione, non è tra i 15 indagati, ma entra in modo dirompente e drammatico negli atti investigativi dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli sul voto di scambio politico – mafioso riguardante le elezioni amministrative per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale del maggio 2023. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari Marco Carbone racconta che Sabino De Micco, uno dei sette arrestati, nei giorni della campagna elettorale venne informato da Vincenzo Barone dell’esistenza di un’indagine della Tenenza dei Carabinieri sul gruppo De Micco, capeggiato da Antonietta Ponticelli, già condannata per associazione mafiosa, figlia del boss ergastolano Gianfranco Ponticelli, che sosteneva la sorella di Sabino, Giusy De Micco, candidata al consiglio comunale in Europa Verde, a sostegno del candidato sindaco Antonio Silvano. Vincenzo Barone sul caso , come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice preliminare, è stato anche ascoltato dalla polizia giudiziaria.
SABINO DE MICCO RINUNCIO’ A FINANZIARE NEL BALLOTTAGGIO IL CANDIDATO SINDACO ANTONIO SILVANO PERCHE’ BARONE LO RIFERI’ DELLA PRESSIONE DEI CARABINIERI. Nell’ordinanza di custodia cautelare il Giudice per le indagini preliminari Marco Carbone, a conclusione di centinaia intercettazioni telefoniche ed ambientali, evidenzia questo inquietante aspetto: “… il mutamento di strategia di Sabino De Micco, prima disposto ad effettuare, in vista del ballottaggio, un nuovo finanziamento, stavolta ,però, parametrato sulla minor somma di 20 euro (invece di 30 euro del primo turno) per ciascun elettore, poi deciso – dopo appreso dal candidato consigliere comunale Vincenzo Barone ( della stessa coalizione n.d.r.), escusso a sit dalla polizia giudiziaria inquirente di un’indagine sul suo conto – a non effettuare alcun ulteriore finanziamento.” Tale aspetto mette in luce che nel momento apicale della democrazia, quello della campagna elettorale in quel di Cercola, uno storico rappresentante delle istituzioni comunali, infatti, Barone negli ultimi dieci anni ha ricoperto anche il ruolo di vicesindaco e presidente del consiglio comunale, “svenda” l’informazione di un’indagine dei Carabinieri, realmente in corso, relativamente al coinvolgimento di un gruppo organico ai clan camorristici egemoni sul territorio ( Fusco -Ponticelli e De Micco- De Martino) che tenta la scalata al Municipio al fine di piazzare Giusy De Micco in consiglio comunale. Tale soffiata, comunque, mette in pericolo la riuscita dell’indagine, infatti, solo grazie all’abilità ed al senso del dovere dei militari dell’Arma dei Carabinieri e degli inquirenti, comunque, riescono a portare, momentaneamente, un discreto risultato investigativo. Da quella informazione riservata, captata da Barone, si determina, come si legge negli atti investigativi della Procura della Repubblica di Napoli, comunque, il rallentamento, precisamente al ballottaggio, dell’azione corruttiva del gruppo che sostiene Giusy De Micco nella scalata per lo scranno in consiglio comunale e Antonio Silvano nella corsa alla poltrona di primo cittadino.
COLOSIMO DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA AL LAVORO SUL CASO CERCOLA. DUE CONSIGLIERI COMUNALI ATTUALI COINVOLTI NELLE INTERCETTAZIONI, NON INDAGATI. E’ già arrivata a Palazzo Montecitorio la notizia dei sette arrestati, dove spiccano i nomi pesanti di Sabino De Micco (consigliere della Sesta Municipalità di Napoli), Giusy De Micco ed Antonietta Ponticelli. La Commissione Parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo (Fratellli d’Italia), ha chiesto gli atti dell’inchiesta sul voto di scambio politico – mafioso a Nicola Gratteri, capo della Procura della Repubblica di Napoli, titolare dell’inchiesta condotta dei pubblici ministeri John Woodcock e Stafano Capuano. Tra gli addetti ai lavori monterebbe anche l’ipotesi dello scioglimento del consiglio comunale alla luce delle risultanze provvisorie di questa drammatica vicenda politico/giudiziaria, infatti, sono evidenti le interazioni degli attuali consiglieri comunali Vincenzo Barone e Vincenzo Fiengo, i due non indagati, con gli esponenti dei clan locali, in particolare Antonietta Ponticelli, relativamente alle fasi della campagna elettorali, persino l’organizzazione delle turnazioni fuori ai seggi. Inquieta la posizione di Vincenzo Barone che fa la soffiata a Sabino De Micco, mentre Vincenzo Fiengo, marginalmente a contatto con loro, si impegna in tema di organizzazione delle fasi della campagna elettorale. Vengono intercettati anche altri soggetti del centrosinistra , tra delegati di lista e segretari di partito, a contatto con gli esponeti che sostengono la De Micco. Le ombre che si celano sui due megaschieramenti che si sono aggiudicati tutti i posti in consiglio comunale non si diradano, anzi si infittiscono, anche alla luce delle accuse reciproche che si fanno i sostenitori discussi dei due schieramenti, intercettati telefonicamente e con altri presidi ambientali, relativamente a chi è stato più bravo “comprarsi i voti’, tant’è vero che il gip Carbone registra la sorprendente nonchalance nell’apprendere della notizia della sconfitta dui Silvano al ballottaggio dei sostenitori del gruppo dei De Micco, ammettendo che presumibilmente i grandi elettori dell’attuale sindaco Biagio Rossi, ribadiamo nessun indagato tra essi, avrebbero avuto una grande capacità corruttiva. Insomma, un quadro pietoso per la città e i cercolesi.
BARONE UNA VITA POLITICA IN ALTALENA. NASCE A SINISTRA, PASSA A FORZA ITALIA, TORNA SOCIALISTA E POI SI METTE IN PROPRIO: MOVIMENTO DEMOCRATICO. La storia politico/istituzionale di Vincenzo Barone, medico di professione, è ricca di spunti interessanti. Da quasi un quarantennio nelle istituzioni comunali. Da giovane universitario militò nel partito leninista marxista, poi emigrò nel Partito Socialista, dove negli Anni Ottanta è risultato essere consigliere comunale ed assessore. Nel 2002 arriva in Forza Italia e viene candidato sindaco dal centrodestra, non viene eletto e resta in opposizione al governo comunale guidato dal sindaco Giuseppe Gallo. Nel 2007 ritorna nell’area socialista, candidato al consiglio comunale nei Socialisti Democratici Italiani, viene eletto all’opposizione del sindaco di Alleanza Nazionale Pasquale Tammaro. Nel 2008 passa nel Democratici di Sinistra, viaggia nell’area dell’ex sindaco Ciro Maglione, lo stesso Maglione in aperta sfida politica con il vicinori sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Pino Capasso, lo fa candidare e lo sostiene contro il politico sansebastienese per la scalata del consiglio provinciale di Napoli, gareggiando nella lista Repubblicani Democratici, Barone non viene eletto. Arriva il 2013, Vincenzo Barone si mette in proprio e fonda la lista civica del Movimento Democratico, risulta eletto, e il sindaco Vincenzo Fiengo lo nomina vicesindaco con la delega pesante dei Lavori Pubblici e Urbanistica . Nel 2018, a sostegno del sindaco Fiengo, quest’ultimo ricandidato per la carica di primo cittadino, va di nuovo in maggioranza e viene eletto presidente del condiglio comunale, anche con i voti di Forza Italia di Giorgio Esposito. Arriviamo ad oggi, nel maggio 2023, di nuovo con il Movimento Democratico gareggia con il centrosonistra a sostegno del candidato sindaco Antonio Silvano e viene rieletto consigliere comunale, stavolta all’opposizione, perchè vince il sindaco Biagio Rossi, espressione della coalizione Arlecchina. Vincenzo Barone è risultato essere sempre tra i più eletti in consiglio comunale.