Cercola (Na) – “Va bene, quindi, ora sul comune tengo a Te?”, ecco quanto chiese Antonietta Ponticelli, ad un uomo, ancora non identificato, che rispose affermativamente. Tale conversazione, captata da un’intercettazione ambientale del 30 maggio 2023 dagli uomini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha fatto attivare tutte le contromisure degli apparati investigativi della Procura della Repubblica di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, al fine di scongiurare una penetrazione dei clan camorristici locali nella gestione della cosa pubblica. Antonietta Ponticelli, infatti, come raccontano i magistrati napoletani, all’epoca delle elezioni comunali era la reggente, insieme ai fratelli Fusco, del clan camorristico egemone nella zona denominato “Fusco -Ponticelli”.
La diffusione sulla stampa di questa intercettazione ambientale sta suscitando una presumibile attenzione fortissima anche tanta preoccupazione in città: chi potrebbe essere il riferimento del clan camorristico del territorio all’interno dell’amministrazione politica attuale?A questo interrogativo i magistrati napoletani stanno cercando di fornire una risposta forte nel tentativo di scacciare l’incubo del condizionamento mafioso nelle scelte gestionali della cosa pubblica di un’articolazione dello Sato, la reazione sembra già forte delle autorità di controllo, in particolare, attraverso l’abilità investigativa della Tenenza dei Carabinieri di Cercola e la Compagnia del Gruppo Territoriale dei Carabinieri di Torre del Greco che eseguono le indicazioni della Procura della Repubblica di Napoli , guidata da Nicola Gratteri. I pubblici ministeri dell’inchiesta, John Woodcock e Stefani Capuano hanno dedotto, come si legge nell’ordinanza di custodia caiutelara, quanto segue: “Gli indagati , quindi, hanno scelto un referente nell’amministrazione politica del Comune in grado di influezare le scelte gestionale dello stesso.” Questo politico è in Giunta, in consiglio comunale o è dietro le quinte? A quale schieramento politico appartiene? Tutto questo inquieta: tanto!
La città di Cercola si sta lentamente riprendendo dallo shock determinato dai sette arresti e i 15 indagati coinvolti nel voto di scambio politico mafioso che ha inquinato le elezioni comunali di maggio 2023. Oltre a soggetti riconducibili ai clan camorristici locali furono arrestati anche Sabino De Micco, consigliere della sesta municipalità, da qualche settimana approdato in Fratelli d’Italia, poi sospeso; Giusy De Micco candidata al consiglio comunale in Europa Verde di Francesco Emilio Borreli ed Antonietta Ponticelli, reggente, insieme a i fratelli Fusco, del clan Fusco Ponticelli, la stessa addirittura nominata rappresentante di lista di Europa Verde benchè fosse interdetta dall’elettorato passivo ed attivo in conseguenza di una sentenza inappellabile per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Sabino De Micco, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, avrebbe pagato mille ed ottocento euro per acquistare 60 voti da esponenti riconducibili al clan De Micco De Martino, oltre ad avvalersi del sostegno diretto di Antonietta Ponticelli. I voti che sarebbero andati a Giusy De Micco ed al candidato sindaco Antonio Silvano del centrosinistra. Tra i politici di Cercola indagati oltre ad Antonio Silvano, risulta anche l’ex assessore ed architetto Ciro Manferlotti . La posizione delicata la riveste l’ex vicesindaco Vincenzo Barone, anche se non indagato, in quanto gli investigatori, a seguito di diverse intercettazioni hanno scoperto che lo stesso avrebbe riportato al gruppo De Micco – Ponticelli la notizia di un’indagine in corso sul voto di scambio proprio su di loro, condizione che ha condizionato, comunque, il risultato investigativo.