La frana di Casamicciola, che tre anni fa provocò morti e distruzione nel comune termale dell’isola d’Ischia, è stato un evento eccezionale, verificatosi in un’area dell’isola mai toccata da disastri analoghi e accaduto troppo velocemente per poter mettere in salvo le vittime: sono queste, in sintesi, le motivazioni alla base della richiesta di archiviazione dell’inchiesta avviata dopo l’evento calamitoso del 26 novembre 2022 e conclusasi senza colpevoli.
La richiesta di archiviazione – contro la quale hanno annunciato ricorso i parenti delle vittime – è stata argomentata in 56 pagine dai due sostituti procuratori di Napoli Mario Canale e Stella Castaldo: un documento che compendia l’attività di indagine condotta in questi anni con l’ausilio di perizie, deposizioni ed una gran mole di dati e testimonianze.
Nella richiesta di archiviazione i due magistrati affermano che manca la prova certa di un nesso causale di colpevolezza, non risulta cioè una prova chiara e incontrovertibile che le azioni o omissioni di qualcuno (l’indagine è stata avviata contro ignoti) abbiano direttamente causato le vittime e i danni.
In particolare, “se anche il Comune di Casamicciola avesse avuto un piano aggiornato di protezione civile, se anche avesse speso tutti i fondi che il sistema statuale ha messo a sua disposizione, se le mappe per la codificazione del rischio fossero state redatte con ulteriori approfondimenti sul campo, gli eventi lesivi di cui sopra si sarebbero comunque verificati”.
Secondo la procura di Napoli, “non si sarebbero verificate le morti solo se le dodici persone fossero state evacuate, ma l’evacuazione doverosa poteva essere ordinata solo al superamento delle soglie di pioggia, superamento verificatosi pochissimo tempo prima dei tragici decessi”.
Fonte e Foto Ansa.it