Cercola (Na) – Il deputato Francesco Emilio Borrelli vede la pagliuzza nell’occhio degli altri e non osserva la trave nei suoi. La credibilità politica del tik toker del momento, impegnato da mesi in una irrituale crociata al parcheggiatore abusivo ed al parcheggio in seconda fila, è caduta sotto i colpi dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia che ha determinato gli arresti riguardanti il voto di scambio politico – mafioso per le ultime elezioni comunali di Cercola che coinvolgono Europa Verde: le misure cautelari hanno riguardato Giusy De Micco e Antonietta Ponticelli, rispettivamente candidata al consiglio comunale non eletta e rappresentante della stessa lista Europa Verde, la stessa Ponticelli interdetta dai pubblici uffici per effetto di una condanna ai sensi dell ‘art. 416 c. proc,. pen., nonchè figlia del boss ergastolano di Cercola Gianfranco Ponticelli. Francesco Emilio Borelli è stato troppo impegnato per la caccia al ‘delinquente’ che viola il vigente codice della strada che lo stesso reputa camorrista, come si evince dalle sue nevrotiche dirette facebook e dai suoi video su Tik – Tok, ‘dimenticandosi’ completamente che il voto scambio politico mafioso, ovvero il cancro delle istituzioni pubbliche, albergava nella sua organizzazione politica. Le accuse degli inquirenti sono gravi: vendita del voto a 20/30 euro per la sua candidata Giusy De Micco , secondo la procura napoletana, avrebbe utilizzato appartenenti ai clan camorristici egemoni nella zona Fusco – Ponticelli e De Micco -De Martino, questi due clan riconducibili, a detta del procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri, al clan Mazzarella.
Francesco Emilio Borrelli è un alleato storico del centro sinistra locale e presente nelle diverse competizioni elettorali amministrative a Cercola. E’ stato in coalizione con il centrosinistra, inserendo il simbolo ambientalista a sostegno del loro sindaco, i Verdi in passato ed oggi Europa Verde. Il caso curioso che emerge è relativo il fatto che Borrelli non abbia mai espresso la sua vena ambientalista in quel di Cercola, in passato rappresentato anche in consiglio comunale ed in queste due ultime consiliature con la semplice presenza del proprio simbolo, quindi, non ha mosso un dito contro l’attacco al paesaggio di Cercola: clamoroso è sotto il suo governo comunale, appoggio esterno, il silenzio serbato contro i palazzi costruiti sulla strada che da Cercola porta all’ingresso del Parco Nazionale del Vesuvio, chiamato centro Magma. Sarebbero state ‘aggredite’ le leggi sulla Zona Rossa che contiene l’implementazione delle vie di fuga oin caso di eruzione del Vesuvio e i vincoli del Piano Paesistico dei Comuni Vesuviano. Insomma, questa inchiesta napoletana starebbe per archiviare un altro agitato urlatore dell’antimafia trasparente.