Cercola. Arresti voto scambio politico – mafioso, il procuratore  Gratteri: “Le mafie offrono i voti, c’è qualcuno che li compra. Democrazia all’asta!”

Cercola (Na) – Anche noi di TuttoVesuvio siamo stati stamattina al Palazzo di Giustizia di Napoli per la conferenza stampa indetta dal capo della Procura della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, a seguito degli arresti eseguiti all’alba riguardante un’indagine, condotta dalla Tenenza dei Carabinieri di Cercola, sul voto di scambio politico – mafioso nel corso delle elezioni comunali di maggio 2023.

“La mia certezza è che le mafie votano e fanno votare per il loro interesse. Ma se le mafie offrono è perché c’è qualcuno che compra“, questa è la sintesi crudele e vera esposta da Nicola Gratteri ai giornalisti. Noi di TuttoVesuvio abbiamo cercato, in verità invano, di mettere in difficoltà gli inquirenti chiedendo se ci fossero coinvolgimenti degli amministratori locali, in carica e non, Gratteri ci ha rinviato alla fine delle indagini, anche se l’ordinanza emessa dal GIudice per le Indagini preliminari sarebbe ricca di spunti territoriali.

TRA GLI INDAGATI ANTONIO SILVANO – CANDIDATO SINDACO DEL CENTROSINISTRA – E CIRO MANFERLOTTI – EX ASSESSORE AL COMUNE DI CERCOLA – . Sette gli arrestati: in carcere: Salvatore Capasso, Giuseppina De Micco, Giusy De Micco (Candidata al consiglio comunale in Europa Verde non eletta) Pasquale De Micco, Sabino De Micco (all’epoca dei fatti consigliere della Sesta Municipalità di Napoli in Forza Italia, da qualche settimana in Fratelli d’Italia), Antonietta Ponticelli, figlia del boss ergaStolano Gianfranco Ponticelli. Ai domiciliari il 75enne Giovanni De Micco, papà di Sabino e Giusy. Tra gli indagati spiccano due architetti/ politici locali: il candidato sindaco del centrosinistra Antonio Silvano e l’ex assessore del comune di Cercola Ciro Maferlotti.

Le accuse, mosse a vario titolo agli indagati, sono di scambio elettorale politico-mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e di detenzione e porto in luogo pubblico di armi, delitti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare le associazioni di tipo camorristico denominate clan Fusco-Ponticelli e De Micco-De Martino, riconducibili al clan Mazzarella.