L’Abrogazione sul diritto all’aborto è una questione che non ha sesso

Essere mamma è un diritto e anche una scelta, così come decidere di non esserlo; ed è proprio su questa scelta che si è sempre divisa l’opinione pubblica, tra conservatori e progressisti, tra scienza e morale. Il diritto sull’aborto, un tema di per sé tanto fragile, per il popolo americano fu una conquista nel 1973 e che oggi la Corte Suprema ha deciso di abrogare, annullando la sentenza “Roe v. Wade”, con cui venne stabilito il diritto all’aborto a livello federale.

Togliere così alla donna la volontà di scegliere di interrompere una gravidanza. Una sentenza che ha diviso l’America, scatenando rivolte, portando in strada la furia e il coraggio di molte, a gridare contro l’ingiustizia del patriarcato che ancora una volta si è espresso limitando e non incentivando la donna, nella volontà delle sue scelte e di decidere per il proprio destino.

 Un tema che nelle ultime ore ha scatenato polemiche e disapprovazioni anche nel resto del mondo, e c’è chi ha cercato di strumentalizzare una questione tanto fragile, perché la vita andrebbe tutelata sempre finché possibile, ponendola soltanto come una questione di aula da tribunale, tenendo poco conto, invece, della complessità dell’argomento e anche della sofferenza, della solitudine, che accompagna giovani donne e non solo, nel prendere una tale decisioni per qualsiasi circostanza come ad esempio quella dello stupro.

 E allora l’America fa uno scivolone e precipita, sprofondando nella sua ostilità nei confronti del progresso, a cui è impossibile potergli mettere la retromarcia perché intrinseco nella sua natura è l’evoluzione e dunque i diritti acquisiti nel tempo, non si possono perdere o cadere nel loro esatto contrario, verrebbe da pensare ad una mossa anticostituzionale e a cadere sono le leggi, così come la tutela degli individui. Non è più soltanto una questione di sesso ciò che è accaduto, in un mondo in cui lottiamo per essere riconosciuti, visti, tutelati; è una questione che riguarda tutti noi e non soltanto le donne e in particolar modo le donne americane. Il giudice conservatore Clarence Thomas ha promesso che verranno attaccati altri diritti consolidati, dunque, queste mosse politiche seppur cominciate lontane dal nostro paese, innescano meccanismi pericolosi, anche a distanza che si insidiano nella mentalità dei più giovani, e pensare che queste battaglie non ci riguardano, ci rende soltanto complici, perché i diritti sulla vita e sulla libertà degli individui, sono diritti che riguardano tutti noi, nessuno escluso.