Libri.  “Il volo dei colibrì”:  scoprirsi, sottraendosi. Recensione dell’opera edita da Turisa e scritta da Eleonora Belfiore, Mirella D’Orsi e Giuseppina Maietta

Donna: voce del verbo rinunciare. Sinonimo di prendersi cura. Luogo in cui l’altro viene prima di sé. Ne Il volo dei colibrì,di Eleonora Belfiore, Mirella D’Orsi e Giuseppina Maietta, edito da Turisa, c’è chi rinuncia a tutto per la famiglia, perché “si usa così”. Una donna non può scegliere la carriera a scapito della famiglia e, tra le due cose, deve scegliere sempre. E poi c’è chi si accontenta di una vita che fa felice gli altri, ma non sé. Chi, rigorosamente, si attiene a fare quello che è giusto fare, perché agire diversamente non si può, anche se quegli imperativi categorici sono tutti a scapito del proprio bene. Chi cresce quando scopre di aver esaurito la forza di dire no, di opporre resistenza alle volontà che contano nella sua vita.

Le protagoniste di queste storie sono donne sfinite dall’amore, abbandonate, tradite, violate. Che vivono per sottrazione.

Ma non è tutto in perdita nelle loro vite. E non è esclusivamente al negativo che si dà, a loro, l’amore. C’è un altro, rigoglioso, lato della medaglia. Ciascuna di queste donne, infatti, sa tenere testa alle avversità, sa reagire sempre, e in qualsiasi caso, sa quando è necessario lasciar andare la presa, e ricominciare da capo. Per queste donne arrendersi non è una possibilità percorribile. Ci sono, in tutte loro, una forza e una tenacia, che restano sullo sfondo, mentre la vita le mette a dura prova, che si contendono il primato della sinonimia con il rinunciare. Se rinunciano, se concedono, è perché la visione del mondo a cui appartengono le induce a rinunciare, a credere di non poter agire altrimenti. Ma ognuna di loro scopre, reagendo alle avversità, di avere dentro di sé una spinta a non mollare mai.  E così, l’incitamento alla rinuncia, inscritto nei loro corpi, diventa un incitamento a lottare, e nel lottare a scoprirsi. Perché, senza saperlo, nella rinuncia, queste donne, lottando, si tirano fuori da tutte le dipendenze con cui sono state convinte di non poter stare, autonomamente, al mondo. Fino a riuscire, alla fine, contro le loro stesse aspettative, a costruirlo da sé e per sé il proprio personale posto nel mondo.

La verità è che non esiste una sinonimia esclusiva. Donna è voce sconfinata del verbo essere.