Starnuti, prurito, lacrimazione agli occhi, ogni anno l’arrivo della bella stagione, significa per molti avere a che fare con una serie di sintomi fastidiosi. Il cambiamento climatico, i fattori genetici e l’inquinamento da polveri, provocano le allergie. Possono comparire a qualsiasi età, ma generalmente iniziano nell’infanzia o durante l’adolescenza. I dati dell’OMS, (Organizzazione Mondiale della Sanità), posizionano le ‘pollinosi’ ai primi posti delle malattie croniche, interessando buona parte della popolazione, a seconda delle regioni e dei periodi dell’anno. Teniamo dunque sotto controllo il calendario dei ‘pollini’ e chiediamo utili consigli a Pietro Gagliardi, Dirigente Medico 1° Livello, Otorinolaringoiatria presso l’Ospedale Moscati di Aversa, in provincia di Caserta, per gestire in maniera ottimale la sintomatologia.
Cosa vuol dire essere un soggetto allergico?
Una reazione allergica è una risposta complessa determinata dall’interazione di diversi fattori, genetici, immunitari e ambientali. L’esposizione a un certo tipo di polline, o il contatto con alcuni tipi di sostanza, nel soggetto allergico, induce l’organismo a produrre anticorpi specifici, le immunoglobuline E (IgE). Diversi tipi di polline, inducono diversi IgE.
Quali sono i tipi di allergie più frequenti?
Gli allergeni sono agenti, generalmente innocui, presenti nell’ambiente, come componenti dell’aria (pollini, muffe, polveri dell’ambiente domestico o lavorativo), del cibo, dei farmaci, o del veleno d’insetti come api, vespe e calabroni. L’allergia si manifesta in modo molto diverso e con gravità variabile, e può comparire a qualsiasi età.
Come si può trattare l’allergia?
La migliore lotta contro l’allergia è chiaramente, cercare di evitare il contatto con la sostanza allergenica. Se questo è più facile nel caso di altri fattori allergenici, per quanto riguarda i pollini, è assai più complicato perché significa non rimanere all’aperto nel periodo di migrazione, chiudere le finestre e utilizzare filtri dell’aria e sistemi di condizionamento. I sintomi possono essere mitigati con l’assunzione di farmaci da banco, decongestionanti, antistaminici e corticosteroidi nasali.
Quali le terapie consigliate?
I corticosteroidei e gli antistaminici sia spray che orale, rappresentano il gold standard del trattamento terapeutico.
Si può guarire dall’ allergia?
Più che guarire, si può tentare una desensibilizzazione con immunoterapia. In caso di allergie più gravi, i cui sintomi perdurano per periodi di tempo più lunghi e con maggiori effetti, è possibile effettuare immunoterapia con molteplici iniezioni di allergene, diluito a concentrazioni crescenti, in modo che l’organismo si abitui alla sua presenza e riduca la risposta immunitaria che scatena l’allergia: la pratica della immunoterapia (allergene-specifica), praticata con somministrazione sottocutanea degli estratti allergenici, può contrastare l’insorgenza o controllare la progressione delle patologie allergiche, e costituisce l’unico intervento in grado di modificare stabilmente le reazioni del sistema immunitario, facendo ‘abituare’ alla presenza delle sostanze allergizzanti. La predisposizione all’allergia si eredita dalla famiglia. Secondo alcuni studi, se un bambino ha uno o entrambi i genitori allergici, ha una probabilità di diventare allergico che va dal 66 al 75%.
Può regredire spontaneamente?
Purtroppo, no. L’allergia utilizza diverse porte d’ingresso: dalla cute, all’intestino alle vie respiratorie. L’unica vera terapia è l’immunoterapia desensibilizzante, laddove sia possibile.