Cercola (Na) – Si apre domani, 8 febbraio 2023, al Tribunale di Napoli, davanti al giudice monocratico Eliana Franco, il processo sul presunto voto di scambio politico – camorristico che si sarebbe consumato davanti al seggio elettorale di via Aldo Moro nel quartiere di Caravita, in occasione dell’appuntamento elettorale delle regionali campane.
Otto al processo, l’imputato eccellente è Carmine Mocerino, all’epoca dei fatti Presidente della Commissione Anticamorra in Regione Campania, oggi è capogruppo della lista “De Luca Presidente, compagine riconducibile direttamente al governatore campano. Tra gli imputati troviamo anche Giuseppe Romano, eletto in consiglio copmunale a Cercola a giugno del 2018 nella lista civica “La Rinascita Caravita – Orgoglio Campano”. Romano, soggetto politico creato dall’ex sindaco Fiengo, oggi non è più consigliere comunale a Cercola perchè nel maggio del 2021 insieme ad altri otto consiglieri comunali (Angelo Visone, Biagio Rossi, Giorgio Esposito, Domenico Busiello, Antonio Forte, Luigi Sorrentino, Santolo Esposito e Pasquale Esposito) sfiduciò davanti al notaio l’ex sindaco Vincenzo Fiengo, aprendo la stagione del commissariamento prefettizio che si chiuderà in estate con l’avvento del nuovo sindaco.
Secondo l’ipotesi accusatoria la compravendita di voti sarebbe avvenuta nella frazione Caravita. Insieme a Mocerino risultano indagati anche diversi soggetti ritenuti dalla Dda – che ha condotto le indagini con il Pubblico Ministero Giuseppe Visone – legati alla criminalità organizzata: tra questi Pasquale Salvatore Ronza, soprannominato «calimero», e Mario Chiummariello, soprannominato «guappariello». Entrambi sono accusati di aver picchiato un altro indagato, Ciro Bisogni che davanti a un seggio di Cercola stava reclutando voti per conto di Mocerino: era ritenuto colpevole di non avere versato mille euro come tangente al clan De Luca Bossa — Minichini della vicina Ponticelli per la compravendita delle preferenze. Tra gli imputati troviamo anche l’ex assessore comunale Giuseppe Castiello ritenuto dagli investigatori il presunto collante tra Giuseppe Romano e Mocerino.