Cercola. Indagine DDA voto inquinato. Intercettazioni della Ponticelli:  al ballottaggio  coinvolti ‘grandi elettori’ del sindaco Rossi?

Cercola (Na) Risulterebbero credibili e riscontrabili le ipotesi di alcuni interlocutori di Antonietta Ponticelli, intercettati, che hanno prospettato un acquisto dei voti a Caravita per il turno di ballottaggio da parte di presunti grandi elettori dell’attuale sindaco Biagio Rossi? Questo è l’ulteriore passaggio delle indagini sul voto comunale del 2023 che potrebbe anche riservare sviluppi drammatici: questa situazione di dubbi ed incertezze rispetto alla moralità e alla credibilità di consiglieri comunali e assessori in carica, oltre a diversi pezzi del mondo delle istituzioni municipalI, sta preoccupando ed inquietando tantissimo i cercolesi .

PROCURA DI NAPOLI: AL PRIMO TURNO ACQUISTO DI VOTI , DA PARTE DI SABINO DE MICCO, A FAVORE DELLA SORELLA GIUSY IN EUROPA VERDE DEL TIK TOKER FRANCESCO EMILIO BORRELLI. AVVALENDOSI DEI CLAN CAMORRISTICI DI CERCOLA. La vicenda giudiziaria, relativa al voto di scambio politico mafioso che ha inquinato le elezioni comunali svolte nel maggio 2023 sta sconvolgendo la città di Cercola farebbe ipotizzare uno scenario ancora peggiore rispetto a quello definito con i sette arresti e i 15 indagati. decisi Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica guidata da Nicola Gratteri. Sarebbe stato accertato dai magistrati, a seguito di intercettazioni telefoniche ed ambientali molto chiare effettuate della Direzione Distrettuale Antimafia, l’acquisto dei voti da parte di Sabino De Micco, consigliere della sesta municipalità di Napoli, a favore della sorella Giusy De Micco, anch’ella trasferita in carcere, candidata al consiglio comunale nella lista Europa Verde del tik-toker – deputato Francesco Emilio Borrelli. i fratelli De Micco si sono avvalsi dell’impegno diretto di due clan camorristici lòcali – “Fusco – Ponticelli” e “De Micco -De Martino” – riconducibili al clan Mazzarella. Incredibilmente, in modo diretto c’è stato anche l’impegno di Antonietta Ponticelli, come spiegano i magistrati partenopei all’epoca dei fatti, la stessa insieme ai fratelli Fusco risultava essere reggente del clan “Fusco – Ponticelli”. Addirittura, aggirando le sanzioni relative all’interdizione perpetua dei pubblici uffici che colpi Antonietta Ponticelli, a seguito di una condanna del 2011, inappellabile, per associazione di stampo mafioso, venne lo stesso nominata rappresentante di lista dall’ex assessore Ciro Manferlotti, delegato di lista di Europa Verde, violando il divieto di esercizio di elettorato attivo e passivo a carico di Antonietta Ponticelli.

DA CARAVITA GRANDE ELOGIO ALLA PRESUNTA “GRANDE CAPACITA’ CORRUTTIVA” DEI GRANDI ELETTORI DEL SINDACO ROSSI. DDA INTENSIFICA RICOSTRUZIONE DEI FATTI. L’intercettazione ambientale, tra Antonietta Ponticelli , figlia del boss ergastolano Gianfranco Ponticelli, e due uomini non ancora identificati, registrata – serata 29 maggio 2023 – ad urna chiuse e risultati elettorali del ballottaggio acquisiti sta ”impressionando”‘ gli investigatori della Procura di Napoli. ” Ecco cosa dice Antonietta Ponticelli: ” …. Ma all’improvviso ha avuto un BOOM!.(riferendosi al plebiscito di voti a Caravia di Rossi) se li sono comprati, se li sono comprati, questi hanno soldi e comprano”. Mentre risponde un uomo non identificato: “… quelli hanno cacciati 5.000€ a testa ( 4 presunti grandi elettori di Biagio Rossi n.d.r.)— quelli li hanno cacciati… capito? E’ gente valida che quello che dice… non ti preoccupare quello quello fa. Quella anche a botte di schiaffi lo porta a votare…. e mette anche quello dentro 500 persone te le portano chi deve dare il 20 euro loda. Un altro uomo, anche lui non identificato, interviene e dice: .”.. quella viene la gente che si puzza di fame”, e gli risponde l’altro uomo: “La maggioranza i 20 euro glieli hanno dato perchè 20 euro non sono niente a Caravita vanno per tutto quanto 10/20 euro…. io vado a mangiare la domenica….” Mentre il pubblico ministero John Woodcock sostiene che tale intercettazione e quindi, il presunto acquisto dei voti sarebbe addebitato a Giovanni De Micco e la figlia Giuseppina, riconducibili al clan De Micco – Martino che hanno venduto i voti a Sabino De Micco, per la Giusy De Micco al primo turno, anche loro arrestati , il GIP Carbone -come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – rigetta la richiesta di custodia cautelare in carcere per l’architetto Antonio Silvano, candidato sindaco non eletto del centrosinistra, pur ammettendo le gravi responsabilità dello stesso rispetto all’ aver saputo dall’ex vicensindaco Vincenzo Barone di un’indagine della Tenenza dei Carabinieri sul voto di scambio a carico di Sabino De Mjcco la sorella ed Antonietta Ponticelli, comunque, lo stesso Silvano non allontanò e denunciò il gruppo collegato ad Antonietta Ponticelli che stava acquistando voti per la Giusy De Micco e, probabilmente, indirettamente, per lui al primo turno. Invece, il GIP ricostruendo l’intercettazione ipotizzerebbe che la Ponticelli sostenendo che Rossi abbia fatto il Boom inaspettato ” i voti questi qua sa li sono comprati.. ” presupporrebbe che Rossi e, probabilmente, i suoi grandi elettori si erano dati da fare,. mentre Silvano, in paura dell’indagine giudiziaria in corso, bloccò l’elargizione dei soldi per l’acquisto dei voti al ballottaggio. Il focus del GIP Marco Carbone si è spostato, invece, su un secondo interlocutore della Ponticelli che ribadisce Rossi se li sarebbe comprati i voti a 20 euro per mille, sarebbero ventimila euro. L’anonimo interlocutore, come descrive dettagliatamente il giudice preliminare, prosegue decantando le lodi dei soggetti che avrebbero acquistato i voti per Rossi, fantasticando sulla presunta enorme capacità corruttiva degli stessi, sostenendo che “…è gente valida e ed anche a costo di botte li fanno andare a votare” . Secondo il GIP in tale conversazione in questione gli intercettati ipotizzano la realizzazione dello scambio voti/danaro in Caravita non si riferiscono ad accordi relativi al primo turno, a beneficio di Antonio Silvano, come sostenuto del PM, ma, quasi certamente, parlerebbero di accordi che , al turno di ballottaggio, avrebbero favorito il candidato Biagio Rossi. facendo pendere l’ago della bilancia in suo favore. A riprova della logicità di tale conclusione, sostiene Marco Carobene, Gip del Tribunale di Napoli .- rimarca che l’anonimo interlocutore della Ponticelli fa riferimento ad una compravendita parametrata sull’importo di 20 euro che, come visto , potrebbe rispondere al prezzo, presumibilmente, corrisposto dalla coalizione di Rossi e non già ai De Micco/Ponticelli. Allo stato attuale non risultano indagati il sindaco Biagio Rossi e i suoi presunti grandi elettori. L’immagine del mondo politico locale che esce da questo scenario risulta essere devastante: voti comprati al primo turno da grandi elettori per il candidati al consiglio comunale, indirettamente anche per il sindaco Silvano, mentre al secondo turno, grazie alla soffiata dell’indagine dei Carabinieri che fa l’ex vicesindaco Vincenzo Barone – attuale consigliere comunale – salva Silvano e i gruppi caravitani che offrivano i voti al ballottaggio si sarebbero spostati sulle presunte grandi doti dei grandi elettori di Rossi al ballottaggio. Devastante!

In tutto questo è arrivata dal “meraviglioso e tragico” mondo degli Anni Ottanta l’ex brigatista rosso Pasquale Aprea, armato di ciclostilato digitale, ad annunciare l’imminente approvazione del rendiconto consuntivo denunciando le ali spezzate delle opposizioni, il silenzio: questo sconosciuto!